sabato 19 luglio 2014

Il senso di inadeguatezza aleggia su di me by Giulia

Le vacanze sono cominciate.
Quelle vere, senza "Estate ragazzi". Bambini a casa, noiosi il 75 per cento dei giorni. Bambini che sono 3, hanno caratteri forti e vogliono dominare tutti e tre,  che a loro piace troppo andare a spasso e ti distruggono quando programmi un pomeriggio in casa....
Insomma,  vacanze scolastiche lunghe,  tanti lavori da fare in casa e fuori, voglia di riposarsi un po' e di schiacciare qualche pisolino quando al pomeriggio il solleone spacca le pietre, voglia di rimodernare quella stanza che ha bisogno di modifiche, voglia di avere un po di spazio per me.
MMMM.., questa estate e'molto al di sotto delle mie aspettative, anzi, mi pare quasi che non sia ancora arrivata, mentre sul calendario una buona parte se ne è addirittura volata via.
Data la situazione economica che quest'anno non ci permette di andare per lunghi periodi in montagna,  e dato che tante cose, anche manuali , a me ed Ale piace farle insieme  (progettare, costruire....)....beh, abbiamo deciso che ci concederemo piccole gite, e termineremo i lavori che durante l'anno abbiamo rimandato.
Tuttavia alla sera, quando ancora un po di energia mi fa capolino tra il lobo frontale e quello temporale...beh , vorrei scrivere, e scrivere, e scrivere... e leggere e leggere... ma niente, c'è quella cosa che avevo scordato di fare, quel vestito che ho scordato di stirare, quei giochi che hanno scordato di riporre.... che ecco, addio magic moment.
Che frustrante, io che vorrei qualche momento per un un blog personale ( così Bieto non si ritrova briciole di pan di stelle sulla scrivania virtuale e la musica dei Kiss a manetta) e che ormai ci penso da un anno e più!  Dei progetti e di tutti i giorni,ma anche dei momenti speciali, delle gite con la famiglia, dei momenti di libertà dai bambini...possibile che nella mia giornata non riesco a trovare il mio spazio? 
Voi bloggers, navigate e non...., quanto tempo dedicate, e come lo usate, per la gestione del vostro blog? 
Con affetto e stima, Gi.

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Mi consenta coinquilina :) di dire che nelle briciole di pan di stelle ci sguazzo dentro come  la panna montanta nelle fragole,ma che pur amando gli zatteroni dei kiss, lei merita uno spazio suo :)
 il tuo spazio te lo meriti! 

mercoledì 16 luglio 2014

Pensieri grigi

Pensiero di una mente stanca :Improvvisamente mi rendo conto che da "giovane" l'insicurezza e la precarità mi/ci hanno spesso tenuti troppo ancorati a terra, istintivamente mi vien da mettere tra le variabili la mancanza di soldi ma in realtà con un lavoro stagionale potevamo mantenerci l'università e quindi volendo viaggiare di piu'!
Ora che mi piacerebbe viaggiare piu' spesso i soldi, il lavoro, le esigenze famigliari diverse, sono un po' un'ostacolo.
Oggi poi, giorno in cui sono particolarmente stanca e nervosa... vedo tutto piu' nero... e mi manca la vita prima di avere un figlio, per quanto io lo ami! Che brutta cosa vero?
Oggi avevo programmato un'ora di camminata con la mia collega, mio papà mi avrebbe tenuto Ale, avevo bisogno di staccare la spinta avevo il cervello in panne!
Ale che generalmente non ama camminare voleva venire con noi! Si è fatto anche la cresta per convincemi "sono bello mamma? Ti ho convinto?"
Non si trattava di dua passi in centro, ma di una sudata sull'argine...che mi serviva davvero...

sabato 12 luglio 2014

Due settimane di... Creativando! Prime rifessioni

Ieri si è conclusa la seconda settimana del nostro campo estivo, del nostro Creativando!
Questa seconda edizione del nostro campo estivo è partita grazie all'entusiasmo delle mamme e al loro bisogno di avere un posto sicuro dove lasciare i figli!
Questa nostra esperienza è nata proprio per soddisfare un bisogno!
Pochi mezzi, nessun fondo, il buon cuore di alcune persone, qualche piccolo sponsor che ci offre le locandine e le stampe sulle maglie, il gruppo sportivo locare che ci aiuta ad offrirle.
Tante ore di proggrammazione e gestione, il supporto dei nostri compagni, mio e della mia collega che ci aiutano nella grafica e in tante piccole cose.
Le mastre della scuola che ci lasciano carta bianca e le chiavi della scuola.

In questi giorni abbiamo fatto varie attività:



  • Colorato utilizzato elementi naturali come attrezzi, in particolare abbiamo usato il rosmarino e la lavanda.

  • abbiamo creato dei bracciali speciali con il rotolo della cartigenica
  • abbiamo fatto un laboratorio con la pasta di zucchero (proprio con Giulia che scrive qui con me nel blog)
  • Abbiamo giocato con il didò hand made
  • abbiamo ospitato un papà che lavora nelle saline, che ci ha parlato del suo lavoro e regalato del sale.
  • abbiamo provato altre tecniche di pittura
  • abbiamo fatto giochi di gruppo
  • ballato
  • fatto merenda, riso e scherzato
..e forse dimentico qualcosa, magari le attività piu' succose pero' meritano un piccolo post a parte,come i passi verso l'organizzazione, ma abbiamo ancora tre settimane davanti... e spero di riuscire a soffermarmi e a raccontare meglio le nostre attività.-







mercoledì 9 luglio 2014

quarta e ultima parte del racconto emozionante di un trail anzi della laverdo ultra trail #lavaredoultratrail

.....Passo la notte a correre senza riferimenti spazio temporali, il cielo è coperto e purtroppo non regala la magnifica stellata della LUT di qualche anno fa (dove avevo partecipato alla prima parte della staffetta insieme a Claudio_sbarbi), si è solo cullati dalla luce ipnotica della frontale. Ecco, ipnotica forse anche un po’ troppo, visto che nella mezz’ora che intercorre tra le 2:30 e le 3:00 ho una vera e propria crisi di sonno: avevo messo in conto che due notti insonni sarebbero state dure da affrontare, ma mai avrei detto che i primi problemi potessi averli dopo nemmeno quattro ore di gara, eppure eccomi qui, incapace di tenere gli occhi aperti e di scuotermi dal torpore, sto camminando nel dormiveglia, letteralmente dead man walking. Per fortuna sono in un tratto boschivo relativamente tranquillo, dove il massimo pericolo che corro è quello di inciampare in una radice e di finire in un cespuglio spinoso che forse potrebbe essere utile a darmi una sferzata. Poi la crisi nera, così come è arrivata, magicamente sparisce, torno ad essere vigile, presente e pieno di energia: l’alba che tinge di rosa la maestosità delle cime mi fa sentire immensamente grande e profondamente minuscolo al contempo. Al primo check point all’Hotel Cristallo posso finalmente fare il primo punto della situazione: ho un margine di quasi due ore sulle scope e questo mi tranquillizza, posso rilassarmi e continuare con il ritmo “a sensazione” (ancora non me rendevo conto, la corsa era solo all’inizio, ma uno dei doni compresi nel pacchetto All Inclusive Ultratrail consiste anche nella capacità di guardarsi dentro, di ascoltarsi, di parlarsi e di comprendere il proprio fisico e la propria mente. La strada era quella giusta…), godermi il primo ristoro caldo e.. sistemare nello zaino il sacchetto con la maglia a maniche lunghe che per 33 Km ha anestetizzato i miei zebedei: sfilo la zip, arrotolo la giacca a vento, la maglia, infilo, chiudo la zip. Fatto. Tempo impiegato credo 25 secondi netti. Vorrei darmi un’amichevole calcio

martedì 8 luglio 2014

5 Anni ! Auguri Amore mio!

Ti guardavo in questi giorni mentre correvi e giocavi nel giardino della scuola, sei indubbiamente cresciuto.
Cinque anni, cinque anni fa eri un'abbacchietto di pochi chili, dormivi , mangiavi... sorridevi... 
Ora? Ci stai facendo pagare quei due anni e mezzo di sonno tranquillo!Grazie per averci regalato tante notti di sonno, grazie per non avermi fatto andare al lavoro con le occhiaie, ma io lo sapevo sai, sapevo che quell'idilio l'avremo pagato caro.
Arrivi nel nostro letto tutte le sante notti e ogni notte mi metti le gambe sotto alla schiena...le braccia sotto al collo... mi sveglio sempre ammaccata come un vecchio scolapasta.
Pero' è un prezzo che pago volentieri! Anche se ora sei molto meno paccioccoso e ami esibirti in facce mostruose per me sei sempre il mio piccolo fagia.
Dolce, educato ma anche cocciuto, pigrone e lagnone...
Sei pigro quanto sei sveglio...ma ti adoriamo e siamo fieri di essere i tuoi genitori. 
Auguri piccolino! Goditi i tuoi cinque anni!



domenica 6 luglio 2014

Terza parte! (ma quanto scrive il mio amico Fat???? ) lavaredo ultra trail

Dio, fatemi partire che devo spegnere il cervello!!
Musica motivante, il tanto agognato countdown, 3…2..1…e finalmente si parte! La lunga attesa è finita, siamo soli io e lei! La temperatura a Cortina è decisamente “sgarzolina” (eufemismo per dire che fa un freddo della madonna) e sapendo di dover star fermo in gabbia per un po’ di tempo, ho preferito indossare la giacca a vento, che toglierò dopo qualche minuto di riscaldamento: ed è qui che il buon Fat non si smentisce ed inanella la prima (e per fortuna unica!) Fatcazzata Planetaria da consegnare agli annali.Quando ormai sono in temperatura, mi fermo a bordo strada con l’intenzione di infilare nello zaino la giacca adeguatamente piegata e compressa, ma l’operazione fatta più volte agevolmente sul letto di casa mia, ora si rivela una “mission impossible”; per quanto mi impegni il risultato finale è sempre una palla informe che non ha alcuna intenzione di entrare nel mio zaino e se ci riesce lo fa a discapito di qualcos’altro: un momento è la maglia di ricambio, un altro è il portafoglio con le chiavi dell’auto, maremmamaiala resta sempre fuori qualcosa! Maledizione! Più hai fretta e più cresce l’ansia. Più cresce l’ansia più le cose si complicano. Armeggio per dei minuti interi, con la coda dell’occhio osservo tutti i concorrenti che mi sorpassano ed io…ancora lì, a smoccolare contro la mia idiozia e ad insultarmi con una cattiveria di cui ignoravo l’esistenza, sino a quando il retro dell’occhio non manda più alcun segnale: nessuna lucina, nessuna folla colorata e vociante, nessuno! Mi sorpassa l’ambulanza, la jeep dei carabinieri, il traffico cittadino riprende dopo che la corsa è passata e quel pirla di un pirla ancora sta lottando con lo zaino. Di colpo ho un deja vu: inverno del 1973, un piccolo Fat è stato trascinato più o meno volontario alla prima lezione di sci collettiva sul monte Nevegal, nei tempi eroici di quando questo sport era appannaggio di una piccola nicchia di persone, armata di tanta passione e pochissima tecnologia. Quattro dritte in croce dal maestro e poi la policroma scia di nanetti inizia a sracchettare coi bastoncini ed impacciata lo segue nella prima discesa sulla neve della loro vita: tutti tranne uno! Per quanto si sforzi di muovere sci e racchette il piccolo Fat non si muove di un centimetro dal suo posto e in poco tempo resta solo, abbandonato in mezzo alla neve, dimenticato da tutti. Cosa ci fa in mezzo alla sconfinata distesa bianca quel puntolino di nemmeno sei anni, che batte i denti non si sa se per il freddo o per la paura? Quando tutto sembra perduto da dietro la collina ecco comparire la mamma, che con un sorridente “Patai, ci siamo dimenticati la sciolina!!” assesta due energici colpi sotto gli sci, togliendo almeno un quintale di neve fresca e compressa (con quel peso non avrebbe potuto muoversi nemmeno Hulk!), una bella lubrificata alle lamine ed il piccolo Fat può finalmente partire, rincuorato e determinato a vender cara la pelle!

Ed ora, adesso, 27 giugno 2014, dov’è la mia mamma? Perché non arriva e mi aiuta a risolvere i miei problemi? Confesso che per un brevissimo istante mi ha pure attraversato il pensiero del ritiro anticipato per manifesta incapacità mentale: ammettiamolo Fat, sei troppo stupido per fare la LUT, l’organizzazione nel controllare il materiale obbligatorio dovrebbe fare un conteggio anche del numero minimo di neuroni necessari per partire, così ti scarterebbero subito e ti saresti risparmiato tutta questa fatica. Mi scuoto. Incurante di chi mi circonda mi insulto a voce alta per un'ultima volta (“Dannato cazzone!”) e poi prendo la decisione, epica quanto fantozziana, di partire così, alla (scusate il francesismo!)cazzodicane, con mezzo zaino aperto, il sacchetto di plastica con dentro la maglia a maniche lunghe legato al fianco, correndo come un pazzo per recuperare la coda del gruppo. Il sacchetto di plastica alterna un colpo alla chiappa sinistra ed un colpo agli zebedei, ma è giusto così: che mi serva di lezione, è la giusta punizione a cotanta manifesta stupidità. La folla mi osserva come un alieno: chi è sto demente che affronta la salita come se corresse i cento metri? Non sanno se applaudirmi, incitarmi o mettersi a ridere. Nel dubbio mi osservano ammutoliti. Raggiungo gli ultimi due concorrenti (anzi, i penultimi, visto che l’ultimo sono io!), riprendo un ritmo cardiaco consono ad un essere umano e per stemperare la tensione accumulata inizio a chiacchierare con loro, scoprendo che sono due veterani della LUT e che condividono con me la stessa identica strategia “Arrivare in fondo, auspicabilmente entro il tempo massimo di 31 ore, possibilmente vivi..” Mi sembra un bel programma! Dopo quella dei piedi-alla-vaselina di Alby, mi viene regalata la seconda perla di saggezza della serata: “Non pensare al fatto che devi correre 120 Km, se no non ce la farai mai. Pensa solo a raggiungere il prossimo cancello prima delle scope, suddividendo la corsa in tanti piccoli traguardi intermedi…” Semplice quanto geniale. Ma dopo qualche altro minuto, proseguono con un “Ecco, vedi quelle lucine dietro di noi? Sono i ragazzi del Servizio Scopa..” Cioè, fatemi capire? Io dovrei correre due giorni con qualcuno attaccato alle chiappe, che mi rode la giugulare, con l’ansia di essere superato e fermato nella mia corsa all’immortalità? Addio amici, ho già il sacchetto con la maglia a maniche lunghe a sbattermi sugli zebedei, io vado dove mi porta il cuore, il ritmo lo dettano le mie gambe, sarà quel che sarà. Inizia la lenta e costante rimonta del Fat, superando le persone che non vanno al “mio” passo: del resto la salita è così, se tiri troppo scoppi, se ti trattieni le gambe ti si imballano, devi solo andare al ritmo giusto, sta a te scoprire quale. Non lo conosci? Hai sbagliato gara, amico! Finalmente mi sono riconciliato, sono in pace con me stesso e finalmente sento il “mood”, sono un tutt’uno con il mio respiro, con il buio ed il silenzio, con la natura che mi circonda e che la luce della frontale può solo farmi intuire. La mia gara è finalmente iniziata.


La prima parte: http://nidodiale.blogspot.it/2014/07/la-sua-lavaredo-ultra-trail-per-lui.html
la seconda parte : http://nidodiale.blogspot.it/2014/07/la-sua-lut-la-seconda-parte-del.html

Velocissimamente e a costo zero! Portachiavi eco #bigshot


In questi giorni sto provando, con alcune mamme a raccogliore fondi per l'asilo (e sto pensando a strategie future)! Abbiamo messo in piedi  una piccola pesca di beneficenza che si sta svolgendo durante la sagra paesana. Avevamo molte cose donate, fondi alti mercatini, pero' il primo giorni abbiamo diminuito molto i nostri pezzi! Cosi' ieri mi sono messa a far qualche portachiave a costo zero. Avevo poco tempo, ho scelto una cosa facile e veloce, nulla di nuovo, la big shot ormai è cosa comune ! Per questo lavoretto veloce ho usato

-il flacone del balsamo al cocco
-ritagli di plastica delle tende da sole
-plastica ricava dalla confezione di un gioco
-cordino  
-anello riciclaco.

La cosa bella di questo portachiavi è che è profumato ed è tutto a costo zero!

giovedì 3 luglio 2014

La sua LUT (La seconda parte del racconto di un amico)

Nella puntata precedente (clicca qui per tornare alla prima parte) .... "Mi consola vedere che anche il ben più affidabile Alberto vacilla emotivamente: dapprima si dimentica le scarpe da trail (non ho capito bene se voleva spedirsele direttamente al rifugio Auronzo, facendo il primo tratto di gara..in infradito?), poi ricontrolla lo zaino con il materiale obbligatorio almeno dieci volte, infine ha pure il tempo di regalarmi un consiglio che si rivelerà prezioso: cospargersi i piedi di vaselina per prevenire ogni forma di vescica o arrossamento. Normalmente sono contrario agli esperimenti in gara, ma ho cieca fiducia nel mio fraterno amico per lasciare inascoltate le sue parole e quindi mi infarcisco di vaselina le dita dei piedi e le avvolgo in un doppio calzino ed ora posso dire che mai scelta si rivelò più felice: oggi, dopo 119 Km di corsa in montagna ho due “piedini” freschi e morbidi che sembrano appena usciti dalla pedicure! Grazie Alby, ti devo una birra!

Nella frenesia del pregara perdo i contatti con Alvin e Andrea (mi è spiaciuto un casino non salutarci prima dello start), ma riesco a fare qualche foto di rito, un emozionato“Inboccallupo frà!” scambiato con Alberto e poi lui si avvicina alla testa dei partenti, nella zona che compete ai veri ultratrailer come lui.

Inganno l’attesa cercando risposte a domande che so solo il tempo potrà fornire: se è vero che un paio di gambe ben allenate possono portarti avanti per una 50na di chilometri dopodiché si va avanti solo con la testa… considerando che le mie gambe sono tutto fuorché ben allenate… calcolando che mille metri di dislivello sono equiparabili a 10 km di corsa in pianura e che di dislivello positivo dovrò farne quasi seimila… a che distanza e a che dislivello stramazzerò a terra incapace di proseguire?

mercoledì 2 luglio 2014

La sua Lavaredo Ultra Trail per lui semplicemente LUT #lavaredoultratrail

Io odio correre, almeno credo sia cosi' e stimo molto chi lo fa... quindi vi lascio il racconto a puntate di FatDaddy, che non ha un blog, o meglio quando l'ho conosciuto moooooooolti anni fa ce l'aveva,  ne ha avuti vari,poi in base alle maree li chiudeva e riapriva ^_^
Fb tiene in contatto le persone per fortuna e le amicizie durano nel tempo nonostante le distanze, ci si racconta e si impara a conoscersi meglio.
Sono mesi  che questo pazzoide ^_^ mi parla di questa avventura che non è una semplice  maratona! Lo capirete meglio leggendo.
Comunque prima della gara gli avevo chiesto di poter pubblicare sul mio blog il suo racconto , (sapevo che comunque con o senza blog avrebbe scritto qualcosa), lui ancora adesso continua a dirmi "è fuori contesto vero???", io sono convinta che le mie lettrici lo leggeranno con molta attenzione! Vado con il ctrl+v (pubblicherò delle puntate ,come si suol dire, lui mi ha dato la possibilità di apportare dei tagli ma io trovo giusto lasciarlo cosi' com'è!!!)





"Hic sunt leones.
Qualcosa che da parecchio tempo è entrata sotto cute è la frase latina Hic sunt leones e forse è giunto anche il momento di spendere due parole per spiegare quale significato abbia per me. Secoli fa questa scritta indicava sulle carte geografiche la labile traccia tra i confini conosciuti dall’uomo e l’Ignoto: il pericolo generico “qui ci sono i leoni” stabiliva quali erano i territori inesplorati oltre i quali pochi arditi osavano spingersi. La maggior parte dei viaggiatori tornava indietro o tuttalpiù si fermava lì sul bordo, paghi della loro tranquilla, consolidata conoscenza. Perché andare oltre? Perché rischiare? Perché non far parte della placida maggioranza che aspetta paziente che sia qualcun altro ad osare l’inosabile? Io voglio altro. Io voglio andare a vedere cosa c’è più in là. Voglio scoprire i miei confini e fare un passo oltre, perché siamo di più, molto di più di quello che la nostra mente vorrebbe farci credere; eppure tendiamo a sottovalutarci, a sminuirci, ad usare una millesima parte del nostro potenziale, a restare in quella comoda ed accogliente zona di confort perché sappiamo perfettamente che spingerci oltre i nostri limiti mentali e fisici costa fatica, fa paura, una fottuta paura...

Mi sposto, ci riprovo

Nell'era dei social, quando un blog sembra davvero giurassico, io provo ogni tanto a scrivere qui